veleno-a-colazione

:-:La sapete quella delle due vecchie signore in villeggiatura sui monti Catskills e una dice: "Mamma, come si mangia male in questo posto!". "Oh sì, il vitto è uno schifo, e oltretutto ti danno porzioni così piccole!". Beh, questo è essenzialmente quello che io provo nei riguardi della vita (tratto dal film "IO e Annie", di Woody Allen.)

Tuesday, November 22, 2005

Partimmo una gelidissima mattina di fine dicembre; eravamo in 10, giovani belli, (e precari), verso il capodanno.
Marghera Orvieto, 7 ore, noi in macchina 4 maschi, rutti scorregge e bestemmie, ma anche discorsi relativamente seri.
La cosiddetta autostrada dei poveri ci portò in paesaggi che non vedevo dal 1991, anno della guerra, ma anche anno della gita in Umbria. La figlia del preside lavorava in agenzia viaggi, quindi per noi la gita era assicurata. Anzi , no, era un dovere. Una sacra missione
Mai stato prima in Umbria. Mai stato in centro italia, quindi potete immaginare l’effetto che fece tutto l’amabaradan di colline etc,etc: tutto sembrava andare per il meglio, ma si sa, le comitive spesso scazzano per motivi futili.
Avevamo programmato 4 giorni, quasi tutti singles, una copietta, che rompeva le balle perché la signorina I. voleva essere trattata “come due persone normali” e non come coppietta (in realtà lei non è una persona normale e capirete il motivo): no starò qui a dilungarmi su monumenti etc. etc, se avete girato l’umbria sapete che spacca.
L’agriturismo era molto sperduto; ad Orvieto dovette venire a “prenderce” la signora visto che non avevamo la minima idea di dove andare: il posto era carino davvero se passate a Palombara, e rimanete 3 giorni, qualsiasi posto vi sembrerà una metropoli; l’unica cosa era un capanno degli attrezzi dove dormiva un cane enorme (no, davvero enorme.) un ammasso di pastore maremmano composto da ciccia e carne e muscoli che di notte russava (non ho mai sentito i cani russare, ma questo sì, vi lascio immaginare l’effetto necrogeddon). La concezione di ospitalità dei signori era totale; il primo giorno ci offrirono il vino.
Il secondo l’olio.
Il terzo ci immaginavamo un’orgia bucolica, che però non avvenne.
LA cosa divertente era la composizione delle persone presenti dalle lande del nord est; la signorina I. aveva litigato ferocemente con il signor D. anni prima e difficilmente si dicevano “ciao”.
Il signor D, se ne fregava, faceva la sua vita. Ma I. no; non riusciva ad immaginare la sua esistenza senza dover rinfacciare ogni secondo ad D. il fatto di averla umiliata.
Puntualmente poi come in ogni gruppo che si rispetti, ci si divise in 2 gruppi; uno voleva andare di qua , l’altro di là: uno voleva il museo, l’altro shopping selvaggio.
Si arrivò, alla serata di capodanno tutti coi nervi tesissimi; I e D. avevano litigato, I, poi si era rifatta col ragazzo, piangendo e frignando come una bambina tutta la serata, S. (la grande organizzatrice della gita) minacciava di andare a Roma da sola a fare i capodanno con “chiunque tranne che con voi”; la signorina A. preda delle mie brame, era talmente stravolta da 2 giorni di paranoie che litigo’ anche con me (con me, che la adoravo) e al momento di andare a letto guardandomi, (avremmo dormito nella stessa stanza) si fece il segno della croce mormorando “ma vaffanculo, và”.
Nel complesso io fui quello che si divertì di più, cercando anche di risollevare gli animi con battutacce da caserma.
In fondo non andò male, tranne alcuni strascichi. Molte persone non si parlarono per mesi, (visto che lavoravamo tutti insieme, la cosa era pesante); tutto questo perchè? Perché mi hanno detto andiamo in Umbria a capodanno?...
Ma vaffanculo và…